La classe 1AS, martedì 31 ottobre, ha seguito una conferenza di Alessandro D’Avenia, insegnante e scrittore. La conferenza era basata sul nuovo libro “Resisti cuore, l’Odissea e l’arte di essere mortali”, che è non solo il viaggio dell’eroe Ulisse che tutti conosciamo, ma è soprattutto la storia di un uomo che pur perdendo tutto non si arrende e a distanza di secoli dimostra ancora oggi come essere eroi.
Il romanzo è una lunga riflessione sul senso della vita partendo proprio da alcune domande che ritroviamo nell’Odissea. Il racconto di Omero inizia con il pianto dell’eroe che deve trovare il coraggio di vivere pienamente e liberamente il proprio destino.
Secondo il pensiero greco il destino è qualcosa che c’è già, è un qualcosa che, però, va trasformato in destinazione attraverso l’unica libertà che abbiamo, la conoscenza. Senza la conoscenza non solo non siamo liberi di pensare e di agire, ma ci caliamo addosso delle maschere che ci rendono schiavi della società, quindi solo nella libertà sta l’unicità. Ulisse è l’eroe moderno che pur di conoscere mette a rischio la propria vita perché è convinto che solo la conoscenza possa rendere l’uomo immortale. E nella conferenza D’Avenia ha spiegato che è realmente così perché i classici, grazie alla loro immensa conoscenza, hanno resistito al tempo e diventando immortali.
Il concetto che sta alla base di questa conoscenza immortale legata all’eroicità mi ha particolarmente coinvolto perché effettivamente lo stesso D’Avenia parla della vita come di un’Odissea, quindi come un viaggio che ognuno di noi deve affrontare da eroe attraverso il tempo utilizzando la conoscenza. E come Ulisse nella vita troveremo un “Mentore”, ma anche tante “sirene” che potrebbero portare al successo, ma non alla felicità.
Sicuramente, però, ognuno di noi ha un’“Itaca” da raggiungere, spesso con molti dubbi e tante paure, che affrontiamo con la consapevolezza che dobbiamo fare ciò per cui siamo chiamati con grande nostalgia del futuro. In questo concordo con lo scrittore: l’eroismo sta nei dettagli, nelle situazione, nelle paure che affrontiamo nel quotidiano, guidati dalla passione, quindi dal dolore, che ci porterà poi, alla fine, a rinascere. Ognuno di noi è un eroe che deve compiere un’impresa: può essere poetica e positiva oppure distruttiva.
Ognuno di noi deve comprendere il confine tra il bene il male e accettare le sfide quotidiane con coraggio, sicuramente con timori e paure, ma con la consapevolezza di continuare a essere originali e unici per percorrere il nostro tempo. D’Avenia ci ha rivolto delle domande: “Come noi oggi possiamo essere eroi?”, “Che cosa possiamo fare di eroico?”,”Quanto siamo vivi?”, “Cosa c’è nel vostro cuore?”, ”Che tipo di eroe vuoi essere?”.
Queste domande portano ad una riflessione che richiederebbe tanto tempo per giungere comunque ad una conclusione sicuramente non esaustiva. Ognuno di noi però nel quotidiano è un eroe pronto ad affrontare “da solo” differenti situazioni: prendere l’autobus, conoscere nuovi compagni, conoscere nuovi professori e andare in una scuola nuova. Per me affrontare questo nuovo anno scolastico è ogni giorno un’avventura sicuramente emozionante, ma ricca anche di tanti timori. E proprio come Ulisse mi ritrovo a cercare conforto nelle piccole certezze della casa, delle amicizie, dello sport.
In questi giorni ho più volte pensato a che tipo di eroe vorrei essere: da appassionata di Comics mi ritrovo nel personaggio di “Wolverine”, che difende il mondo dal Male seguendo la propria natura che lo porta a schierarsi sempre dalla parte dei più deboli, diventandone anche un “Mentore”. Ecco, l’eroe che vorrei essere è proprio così: un riferimento positivo per i miei amici.
Anna Marchi